Archivi del giorno: 2006/09/11

Quando tutto ebbe inizio.

A cinque anni di distanza è difficile scriverne come di qualcosa accaduto lontano da me in un tempo orami passato. Non è stato mai lontano quel luogo per me. Ground Zero. Lo hanno chiamato così. Non è mai finito quel giorno. Undici settembre. Non è mai stato lontano né remoto in questi cinque anni. Quel luogo. Quel giorno.

L’11 settembre 2001, leggeranno i nostri figli. E i nipoti. L’11 settembre 2001 iniziò la più lunga di tutte le guerre. La guerra contro l’islamonazismo. Molto più lunga della prima e della seconda delle grandi guerre mondiali. Più lunga perfino della terza, quella fredda. L’islamo-nazismo era nato anni prima, forse decenni prima di quell’attacco. C’è chi dice che le origini sono le stesse del nazismo. Il gran Muftà di Gerusalemme era già allora grande amico e confidente di Hitler, i combattenti arabi erano tutti per Hitler. C’è chi dice che Bin Laden e il terrorista premio Nobel Arafat, l’Iran dei Mulla, e i dittatori arabi, Saddam Hussein,  i fratelli musulmani, Al Quaeda,
la Siria, i terroristi algerini, l’invasione islamica dell’Africa e i suoi milioni di morti ignorati, le stragi dei curdi, il gas, le fosse comuni, le manifestazioni oceaniche con i simboli della spada, i pugnalatori turchi, i kamikaze palestinesi, i terroristi islamici di tutto il mondo, abbiano tutti un comune ispiratore: quell’uomo che in nome del dio-nulla ammazzò milioni di ebrei. E  in nome dello stesso dio-nulla, che solo convenzionalmente chiamano allah, vorrebbero continuarne l’opera. E invadere il mondo. Convertirlo con la spada al loro dio-nulla. Ma in realtà per il potere e la gloria. Per l’odio alla vita e all’uomo. Per l’amore di morte. Lo stesso dio preso in prestito dai nuovi nazisti per giustificare l’odio per l’occidente cristiano ed ebreo. Lo stesso dio-nulla che fa del nichilismo la prima regola. La prima legge: l’uomo è nulla, la morte.

Stesse teorie, stesso nemico. Stesso nichilismo violento.  Stesso odio per gli ebrei. Stesso odio per i cristiani. Stesso nemico americano. Stesse connivenze europee. Stesso appoggio dei pacifisti negazionisti. Tutto già visto. Tutto terribilmente uguale. L’Europa molle e l’America forte. L’America combattente. L’America che salva l’Europa da se stessa, forse, ancora una volta. Ieri la pace preventiva di Monaco, oggi la pace preventiva e imbecille dell’Europa di Prodi e di Chirac, di Zapatero e dei burocrati di Bruxell.  E i pacifisti imbecilli, ignavi e relativisti a fare da sfondo. Vedono la fine e girano la testa ignorando e minimizzando. Il nemico non lo si vuole vedere finchè la morte non giunge dinnanzi.

Ma questa volta l’attacco è congiunto. All’America e all’Europa. A tutto l’occidente. Agli ebrei. E ai musulmani moderati. Ai popoli arabi da soggiogare e da tenere in schiavitù. Col pretesto di un dio usato per il proprio potere.

Sono nello stesso ufficio dove guardavo dalla televisioni le torri cadere, cinque anni fa. Mi ricordo ancora il momento della telefonata. I colleghi ammutoliti accanto a me. E poi. Come se fosse tutto accaduto pochi istanti fa, quelle torri. Il fumo, Il crollo. La morte. A migliaia di km di distanza da me accadeva una tragedia immensa che mi riguardava. Accadeva accanto a me. Quella tragedia.

Era l’inizio della guerra.

I nazisti islamici. Ancora non sapevamo chiamarli allora. Ancora. Ma per poco. Oggi, ancora molti, non sanno chiamarli. Nel mio stesso ufficio. C’è chi giustifica. O minimizza. Una tragedia diventata farsa. Inutili morti. Accanto a me. Ed era un attacco a me. Non solo a quei padri che lasciarono orfani i loro figli. Sono un padre anch’io, sapete. Lo ero appena diventato per la seconda volta qualche mese prima. Migliaia di padri perirono. Come stracci volarono dalle finestre, schiacciati da migliaia di tonnellate di ferro e cemento, bruciati dal fuoco nemico che entrava dalle finestre, si abbatteva come un fulmine, distruggeva tutto.

ERA L’INIZIO DELLA LUNGA GUERRA. Di cui solo in nostri, o i figli dei nostri figli, forse ne conosceranno la fine.

Sorvy

11 settembre, per non dimenticare.